Gigahorse è il riassunto delle mie letture mensili. In ordine cronologico. Lo faccio solo per ricordarmi di quel che leggo.
BATMAN CLASSIC #1-3
di AA.VV. (RW Edizioni, 2012)
Sempre utile recuperare i vecchi numeri del Cavaliere Oscuro, anche solo per confrontarsi con un personaggio simile a quello che conosciamo ma radicalmente diverso. Questi tre volumi con le storie degli anni Settanta vedono il nostro eroe combattere contro le atmosfere camp della serie televisiva alla ricerca di un’indipendenza che lo svincoli da nemici assurde e situazioni imbarazzanti. A volte ci riesce, a volte meno. Però è sempre un gran divertimento leggerle.
SHERLOCK HOLMES SOCIETY #2 – In nomine Dei
di Sylvain Corduriè, Alessandro Nespolino e Ronan Toulhoat (Editoriale Cosmo, 2016)
Come rendere ancora più tamarro questo Sherlock Holmes vs. Zombies feat. Mr. Hyde? Aggiungendo Jack lo Squartatore, una setta segreta e un esoscheletro per uccidere i morti viventi. Divertente e caciarone, peccato per la consueta verbosità. Ronan Toulhoat porta l’albo su un altro livello.
POLPETTE SPAZIALI
di Craig Thompson (Rizzoli Lizard, 2015)
Lunedì 4 aprile Craig Thompson è stato ospite della fumetteria Supergulp di Milano. È stato gentilissimo, anche se non sbatteva mai le palpebre e mentre disegnava lo sketch ti faceva le domande trabocchetto. Siamo finiti a chiacchierare di balene, un argomento su cui credevo di essere preparato ma poi invece mi sono accorto che dovevo parlare in inglese e non sapevo i termini giusti (tralasciando il fatto che non ho ancora ben capito se dire sperm whale è volgare oppure no). E niente, Craig Thompson alla fine mi ha disegnato questa balena spaziale qui.
Ma il libro com’è? Polpette Spaziali è il suo libro più bello, dove finalmente la sua ruffianeria trova il posto giusto. Adesso riceverò le lettere di morte, ma Blankets l’ho sempre trovato troppo costruito per farmi male davvero. Poi bello per carità, però mi è sempre sembrato un filino ruffiano nel costruire le disgrazie e gli snodi narrativi. Qui invece c’è l’avventura, c’è una storia di formazione, ci sono i mostri e c’è il moralone finale. E va tutto liscio. Persino le forzature della trama non stonano. Quindi caro Craig, meno sentirsi tutti sensibili e più avventura.
L’edizione Rizzoli Lizard è poi l’unica al mondo con cento pagine di making of, completo di sketch, storyboard, studio dei personaggi e delle astronavi. Applausoni.
TOBIKO
di Maurizia Rubino (Bao Publishing, 2016)
A proposito di sentirsi tutti sensibili: a incontrare Craig Thompson c’era anche Maurizia Rubino, ma dato che sono timido non sono riuscito a farle i complimenti per il suo Tobiko. Il suo è un esordio notevole, a partire da un approccio al fumetto molto libero (non ci sono griglie e vignette) che sfocia in una narrazione fluida, perfetta per gestire i numerosi cambi di tono della storia. Una storia che è poi una favola crudele, profonda e mai semplicistica. Sicuramente avrò modo di ritornarci sopra in maniera più approfondita.
ESCAPO
di Paul Pope (Bao Publishing, 2016)
La faccio breve: non mi è piaciuto. Anzi, mi sono sentito preso in giro. Per la versione lunga vi incollo qui sotto la chiacchierata che io e il simpatico amico Gnomo Speleologo abbiamo avuto su Facebook. Invece per la versione brevissima vi rimando alla recensione in due parole del simpatico amico Gnomo Speleologo.
DEADPOOL CONTRO X-FORCE
di Duane Swierczynski e Pepe Larraz (Panini Comics, 2015)
Mia sorella (16 anni, nessun interesse per i fumetti) mi ha chiesto il mese scorso di recuperarle qualcosa di Deadpool, che aveva visto il film e l’aveva divertita. Orgoglio e terrore affiorarono nel medesimo istante.
Orgoglio: dopo anni passati a cercare di farle leggere qualche fumetto, finalmente mi chiede qualcosa da leggere!
Terrore: Mi ha chiesto un cazzo di fumetto Marvel. E io non ho mai letto Marvel, quindi non so da dove partire per consigliarle l’albo giusto. E niente, alla fine ho tirato a indovinare e ho scelto questo Deadpool contro X-Force che le è piaciuto e ha divertito anche me. Vorrei dire che per i miei gusti Deadpool parla un po’ troppo, però poi finirei come quelli che si lamentano perché Batman si prende troppo sul serio.
P.S. grazie alla forza del marketing non solo mia sorella ha cominciato a leggere Deadpool (a maggio comincerà a leggere la serie regolare quando ripartirà dal numero 1. Per ora si accontenterà di questi one-shot), ma sono riuscito a convincerla a leggersi anche la serie di Harley Quinn (grazie Margot Robbie) che ha divorato in una settimana. Speriamo bene che capisca al più presto qual’è il lato giusto in cui stare.
PUGNI – Storie di boxe
di Boris Battaglia e Paolo Castaldi (Becco Giallo, 2015)
Questo Pugni non è propriamente un fumetto. Forse è un saggio illustrato o una raccolta di biografie narrate in prosa e in disegno, ma in fondo poco importa. Perché Pugni è un libro davvero potente ed evocativo, che trasmette tutta l’epica del pugilato con pochissimi effetti speciali che non siano i disegni di Castaldi, la scrittura di Battaglia e le storie piccole e grandi di questi incontri. Qui c’è anche la recensione.
FRACTION
di Shintaro Kago (Hikari, 2015)
Questo graphic novel di Shintaro Kago funziona più come riflessione sul racconto mistery che non come storia in sé (anche se i colpi di scena non mancano). Insomma, nonostante ci sia una storia con un inizio e una fine, Fraction risulta essere un testo teorico dove la narrativa è solo un supporto per dimostrare le tesi dell’autore e la sua visione del medium. Superato questo scoglio (chi non conosce Kago magari farà un po’ di fatica) Fraction si rivelerà un fumetto ricco di spunti di riflessione, corpi squarciati e quel pizzico di humour che non guasta mai. Chiudono il volume tre racconti brevi, un campo dove Kago riesce sempre a stupire il lettore. Troppo cerebrale per i miei gusti ma Kago è sempre interessante. Ci sarà l’occasione per riparlarne in maniera più completa.
BATMAN #47
di AA.VV (RW Edizioni, 2016)
Esordisce su Batman #43 Mister Bloom, il nuovo villain di questo nuovo ciclo, ma il numero si farà ricordare per un lungo dialogo tra Alfred e Clark Kent, una delle cose migliori scritte da Scott Snyder.
Su Detective Comics #43 Jimbo Gordon continua invece a combattere il crimine nei panni di Batman al fianco di Harvey Bullock. E’ il robottone in chiusura che dovrebbe farmi venire voglia di continuare la lettura, eppure continuerò solo per vedere cosa capiterà al povero Bullock.
Continua la serie con il più alto contenuto di battute su dei glutei maschili. Grayson #10 è il James Bond di Roger Moore trasportato nei fumetti. Colori superpop, sequenze assurde (qui termina la scena di ballo cominciata sul numero precedente), battute ammiccanti e quel minimo di attenzione alla trama da renderla scorrevole e piacevole.
IL CAVALIERE OSCURO #40
di AA.VV. (RW Edizioni, 2016)
Questo We are Robin mi sta piacendo un sacco e non solo per merito dei disegni di Jorge Corona. Azzarello nel giro di due numeri non solo traccia le linee guida di Duke Thomas, ma riesce a costruire un gruppo coeso e davvero credibile.
La run di Catwoman firmata da Genevieve Valentine è la migliore del personaggio dall’inizio del New52. Relazioni dense, intrighi, e sequenza d’azione. In più questo nuovo legame maestro-allievo tra lei e Spoiler può aprire a situazioni interessanti.
Termina qui il terzo annual di Batman e Robin. Lo scorso mese avevo urlato al cagatone, e invece mi ha divertito abbastanza. D’altronde c’erano degli alieni con la faccia strana.
LA RICERCA ONIRICA DELLO SCONOSCIUTO KADATH
di Ian N. J. Culbard (Magic Press, 2016)
Avete presente quando il buon Lovecraft si mette in testa di scrivere una storia lunga? Di solito succede che il romanzo breve che ne esce fuori è una bella palla al cazzo. Non sfugge a questo regola nemmeno La ricerca onirica dello sconosciuto Kadath, che dalla sua ha pure l’aggravante della pubblicazione postuma perché nemmeno lo scrittore stesso lo ritenne all’altezza del suo lavoro. Ian Culbard (già autore di svariati adattamenti lovecraftiani) si prende la briga di trasformare il tutto in un fumetto, facendo forse tesoro di quello che Alfred Hitchcock ripeteva spesso:
Non farei mai un film tratto da un capolavoro letterario perché non avrei mai la possibilità di migliorarlo.
La cosa a Culbard sembra essere riuscita. A brevissimo la recensione, giusto il tempo di rileggermi il racconto.
ADAM WILD #19 – La scelta sbagliata
di Gianfranco Manfredi e Massimo Cipriani (Sergio Bonelli Editore, 2016)
La prima parte dell’albo conclude col pilota automatico alcune linee narrative del numero precedente, con l’unica sorpresa di una Lady Winter che si dimostra finalmente la femme fatale che ci era stata venduta. Il proseguimento dell’albo dà il via invece a quello che parrebbe essere l’ultimo arco narrativo della serie (mancano solo sette numeri alla chiusura), con la ricerca della città misteriosa di Odwina. Da quello che si è visto in questo numero probabilmente ci aspetteranno misteri, avventura e anche magia. Cipriani ci regala una prova migliore rispetto al numero precedente, con una recitazione più solida e discrete sequenze d’azione.
QUASI SIGNORINA
di Cristina Portolano (Topipittori, 2016)
L’ultima volta che ho cercato di spiegare la mia avversione per i racconti autobiografici mi sono inalberato così tanto che guarda eh. A questo giro prometto di non farlo, anche perché il graphic novel d’esordio di Cristina Portolano – pur avendo tutte quelle cose che mi fanno incazzare – ha pure qualche cosa ben riuscita (che potrete scoprire appena scrivo la recensione).
THE TWILIGHT CHILDREN #1-4
di Darwyn Cooke e Gilbert Hernandez (Vertigo, 2016)
Non voglio girarci troppo attorno per evitare di finire col dire si però i disegni e si però due grandi autori. The Twilight Children è una merda. Non ci devono essere mezze misure nel parlare di un fumetto così sciatto e cialtrone, incapace di creare sia un’atmosfera (nonostante i bei colori di Dave Stewart) che una trama. La storia nemmeno si accartoccia su sé stessa perché non ha abbastanza superficie per farlo: semplicemente finisce, senza il coraggio di costruire un mistery o quello di puntare tutto sui simboli e sul metaforone. Ridicolo.
CRYSTAL BONE DRIVE
di Tetsunori Tawaraya (Hollow Press, 2016)
Della storia e della bravura di Tetsunori Tawaraya avrò modo di parlarne in maniera diffusa nell’imminente recensione (per ora vi basti sapere che BOOM). Mi prendo queste quattro righe per fare invece i complimenti a Michele Nitri, boss della Hollow Press, perché è l’unico editore italiano la cui cura nella scelta dei materiali fa sempre parte di un bisogno narrativo, come se riuscisse ad amplificare con il supporto il lavoro degli artisti. In questo caso le pagine sono di un nero profondissimo e l’inchiostro argentato fa risaltare il tratto di Tawaraya. Emozionante solo a sfogliarne le pagine.
THE SANDMAN OVERTURE #1-6
di Neil Gaiman e J. H. Williams III (Rw Edizioni, 2014-2016)
Dopo la lettura a rate ho finalmente trovato il tempo per leggermi la miniserie tutta d’un fiato. Certo, come hanno detto in tanti non è altro che un omaggione al mondo di Sandman scritto un poco col pilota automatico, ma è comunque il pilota automatico di Neil Gaiman e infatti nonostante la sceneggiatura sia un poco fiacca, ha almeno un paio di momenti da brividi (su tutti il confronto di Sogno con la madre). Il vero motivo per leggere questa miniserie sono però i disegni di J.H. Williams che non deludono mai. Non solo perché le sue sono tavole complesse, ricche di dettagli e originali nella composizione, ma sopratutto perché i suoi barocchismi non sono mai fini a sé stessi, tant’è che l’ordine di lettura delle vignette è sempre chiaro anche in situazioni caotiche.
Aprile mese ufficiale del colorista Dave Stewart: dopo Polpette Spaziali e The Twilight Children, anche i colori di questo The Sandman Overture sono opera sua. Godetene.
XENOZOIC #2 – I Signori della Terra
di Mark Schultz (Editoriale Cosmo, 2016)
Il fumetto di Mark Schultz vince ufficialmente il premio come fumetto più divertente dell’anno (e complimenti alla Cosmo per questo recupero). Ha dentro molte cose che mi piacciono (dinosauri, ambientazione post-apocalittica, lotte per il potere, cattivi dai nomi straordinari, uomini coi muscoli, donne con le tette) ed è raccontato con uno stile vintage davvero perfetto ed equilibrato. Se le storie del primo volume risentivano comunque di una certa rozzezza nella scrittura e nel disegno (che comunque andava affinando numero dopo numero), qui Schultz costruisce un arco narrativo perfetto sorretto dal legame tra i due protagonisti – meno bidimensionale di quello che dà a vedere – funestato solo (e dico poco) dalla brusca conclusione della serie, che si interrompe sul più bello ma che Schultz promette prima o poi di voler concludere.
DUE FRATELLI
di Fábio Moon e Gabriel Bá (Bao Publishing, 2016)
Le didascalie stanno al fumetto quanto la voce fuori campo sta al cinema. Quando non diventano parte integrante della narrazione, sono scorciatoie che a volte funzionano e altre volte vengono utili, ma rimangono pur sempre scorciatoie. E infatti questo Due Fratelli che di didascalie ne è colmo, perde ogni valore narrativo perché le usa per raccontarci le cose che ci mostra (quasi sempre) o per sottolineare quello che vediamo (sempre), con l’aggravante che non risultano poi nemmeno tanto utili nel districare i nodi del racconto (che verso il finale si fa parecchio oscuro).
I MAESTRI DELL’ORRORE: LO STRANO CASO DEL DOTTOR JEKYLL E DEL SIGNOR HYDE
di Stefano Marsiglia, Francesco Francini e Riccardo Frezza (Star Comics, 2015)
Avete presente quello che dicevo poco fa sulle didascalie? C’è anche questa regola che ogni adattamento a fumetti di un classico della letteratura debba prevedere per forza l’uso coatto delle didascalie per spiegarti tutto per bene. Questo adattamento del romanzo di Stevenson non ne ha nemmeno una e funziona che è una meraviglia. La cosa divertente poi è che riesce a essere originale mantenendo un’aderenza maniacale all’originale. Fate il conto alla rovescia per la recensione.